Danza
13 settembre
Non ditelo alle stelle
FESTIVAL TEATRAMM'
testo e regia di Federica Vicino
con Enrico Valori, Riccardo Pellegrini, Giosuè Cianconi e Lorenzo Valori
TEATRAMM' - VI EDIZIONE
Ispirato a una storia vera, “Non ditelo alle stelle” è un allestimento di teatro civile che parla di guerra e di emigrazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i paesi di entrambi gli schieramenti applicarono l’internamento dei cittadini originari dei paesi nemici per timore dello spionaggio. Ed è quello che accade al giovane Emanuele Conti (protagonista dello spettacolo): emigrante italiano, scambiato, per errore, per una spia del fascismo. Il giovane viene strappato ai propri affetti e internato a bordo dell'Arandora Star. Prima della guerra, l’Arandora Star era stata una nave da crociera. Nel 1940 fu riconvertita dal governo inglese in nave cargo e adibita al trasporto di prigionieri. Il primo luglio di quell’anno, sull’Arandora Star furono imbarcati oltre 1500 uomini: si trattava solo in parte di prigionieri di guerra (in tutto 86); i più erano emigranti italiani di prima e seconda generazione. Accusati (pretestuosamente) di essere spie - reali o potenziali - del fascismo, a questi uomini venne riservato un trattamento terribile: vennero loro negati i diritti civili e politici, a molti vennero confiscate le proprietà; ai familiari non furono date informazioni di alcun genere nè sul motivo dell’arresto nè su dove sarebbero stati deportati i loro cari. Il 1º luglio 1940, l’Arandora Star, stracarica di internati, ammassati nelle cabine trasformate in celle, e nella stiva, salpò dal porto di Liverpool. Il 2 luglio 1940, a largo della costa nord-ovest dell’Irlanda, fu centrata da un siluro sparato dall’U-Boat U47 e affondò in trentacinque minuti. Persero la vita più di ottocento persone, 446 delle quali erano italiane. “Non ditelo alle stelle” è la storia di un'amicizia apparentemente impossibile, fra due prigionieri dell'Arandora Star: da un lato il tenente Ingo Wiellefram, pilota della Luftwaffe, prigioniero di guerra; dall'altra, appunto, Emanuele Conti. Ingo ed Emanuele sono persone molto diverse, parlano lingue diverse, hanno storie diverse, hanno idee diverse, provengono da culture diverse... Eppure l'umanità finirà con il prevalere.